RECENSIONE SULLA COMMEDIA “NDU VICINANZ”
La commedia in questione vuole
rendere lo spaccato della vita di paese scaleota, con l’intento di riportare ai
nostri giorni, rendendoci partecipi diretti, la testimonianza di come veniva
vissuta la quotidianità di un vicinato
di paese nell’attesa di una “festività”. Anche nei tempi passati si faceva la
corsa agli acquisti per le festività come il “Natale”: trattavasi quasi sempre
di acquisti di modico valore come qualche centinaia di grammi di pesce o
qualche chilo di frutta e verdura.
“Vicinato” come ambientazione e i “mestieri”
come tema portante della commedia: calzolaio, fruttivendoli, agricoltori, pescivendoli
e mestieranti vari.
Il lavoro teatrale mette in risalto
l’atmosfera che si viveva all’esterno, in piazza o nei vicinati, da qui il
titolo “Ndu vicinanz”.
L’obiettivo è quello di far conoscere
il dialetto scaleoto con i suoi accenti, le cadenze, nonché proverbi e frasi ad
effetto che si ripetevano nel linguaggio dell’epoca, come a dar conto di
aspetti peculiarmente storico-socio-culturali di Scalea.
Il copione parla dei rapporti del
vicinato con “Mast’ Francisc” (Maestro Francesco), calzolaio, che, avendo la
bottega sotto casa, ogni mattina posiziona il banchetto in legno, sul quale
effettua la riparazione delle calzature come da richieste dei clienti. La
piazza, il più delle volte è popolata dai venditori ambulanti scaleoti, in modo
particolare da “Maculata” (Immacolata) che vende frutta e verdure del suo orto.
Immacolata è gelosa e non vede di buon occhio se alla stessa piazza accedono
altri venditori di ortaggi, specie se “forastijri”, come Giunuzz’ (Gino),
proveniente da “Cipullina” (Santa Maria del Cedro) venditore degli stessi
prodotti della terra.
La presenza di Ginuzz’ scatena la
lite tra i due; Immacolata si rifà alla legge, chiamando il vigile urbano “A
Guardia”, il quale, conosciuti i fatti della vicenda della lite, irroga la
sanzione proprio a Immacolata, per aver la stessa usato parole blasfeme nei
confronti di Ginuzz’ (Gino). La giornata scorre tra liti, battute ironiche e il
particolare atteggiamento ficcanaso e al contempo un po’ ipocrita di “Mast’
Francisc” il calzolaio. Nella tarda mattinata si aggiunge “Lucietta”, “a
pisciaijola” la pescivendola, che porta con sè, una cassetta contenente il
pescato della nottata precedente. La seconda parte si arricchisce degli altri
passanti e frequentatori della piazza, in particolare con “Cumpa Carmelo”, Carmelo,
che di ritorno dal proprio orto si ferma da Immacolata per acquistare dei
broccoli di rapa. L’acquisto dei broccoli da parte di Carmelo è forzato, in
quanto, nei giorni precedenti, recatosi in campagna, lo stesso Carmelo ha
trovato una bottiglia di anice nel deposito degli attrezzi agricoli, e, assetato,
credendo fosse acqua, la beve per poi naturalmente ubriacarsi. Con la sbornia
addosso si è reca sull’orto e scambia i broccoli per erbacce sradicandoli e,
quindi, perdendo tutto il raccolto. Il finale non può che essere
riappacificatorio tra i due litiganti della piazza, ossia “Maculata” e
“Giunuzz”, i quali, scambiandosi gli auguri per il vicino “Natale” e, salutando
“Mast’ Francisc’”, si ritirano ognuno alle proprie case, portando con sé
l’esperienza di un giorno in più del vissuto del “vicinato”.